Filosofia della musica occidentale
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De Lalla Millul Paolo
Descrizione
Scopo principale di questa breve “Filosofia della musica occidentale”, è quello di porre in rilievo i principali nodi evolutivi – e talvolta involutivi, o ‘vicoli ciechi’ – della musica occidentale da Pitagora fino a noi, evidenziando in particolare il passo iniziale dello sviluppo – la cui importanza decisiva è stata quasi sempre sottovalutata dalla critica- ossia il sapere armonistico dei Greci, sul quale con grande naturalezza, ovvero per complessificazione quasi biologica, s’innestano la cantabilità liturgica monodica dei Semiti, il gregoriano che ne proviene, la polivocalità diafonale e la diafonia plurifonale d’origine nordica, la nuova cantabilità profana di origine romanza, l’inquadrarsi dell’antica modalità greca in tonalità nel Cinquecento, e la lenta emersione attraverso varie fasi nei secoli XVII, XVIII e XIX di una musica strumentale autosufficiente perchè ha stabilizzato la consonanza nella tonalità, e che dà origine alle tre forme pure del sentimento espresso razionalmente in musica: ossia la fuga bachiana, la forma-sonata del classicismo sia viennese che romantico e infine il recitativo strumentale-vocale wagneriano.
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