Descrizione

Giunti alla V edizione del Premio “Poesia a Napoli”, promosso e sostenuto dalla Fondazione Guida, è ormai tempo di considerarlo con malcelato orgoglio una delle più stabili e importanti iniziative culturali della nostra città – e perciò, a maggior ragione, sorprende e stride il disinteresse degli organi di stampa cittadina nei suoi confronti. Ma tant’è: quando si tratta della cenerentola-poesia e non ci sono di mezzo i soliti volti noti di narratori romanzieri e affini – oppure, in subordine, se non sono di scena alcuni concorsi poetici più radicati e tradizionali (imbalsamati?) – non c’è verso (davvero!) che qualche giornalista, cronista, pubblicista, linotipista o tipografo dia notizia di questo Premio che di anno in anno cresce, coinvolgendo sempre più anche una platea di autori di provenienza nazionale. Bene, dopo lo sfogo, veniamo a noi. Anche stavolta, dunque, pur segnalando l’assenza di alcuni finalisti e vincitori delle passate edizioni, quantità e qualità degli autori è risultata notevole – sebbene, di nuovo, mi tocca dichiarare tutto il mio rincrescimento per la grande disparità numerica di partecipanti tra le due sezioni: quella in lingua napoletana, che di poco supera le due cifre, e quella in italiano, che sfiora le tre cifre. Se di per sé il rilievo è già paradossale per un premio intitolato alla città di Napoli, ciò che vieppiù rincresce è notare la scarsa presenza di poeti “giovani” in questa sezione. Lascio ai sociologi della letteratura con inclinazioni linguistiche indagare su questo curioso paradosso (timore da parte
dei giovani di cimentarsi con una “lingua” difficile da scrivere come il napoletano? Oppure il “dialetto” viene visto come un mezzo espressivo troppo regressivo, popolare, antiquato; o che altro?).
ANTONIO PIETROPAOLI