Fontane di Napoli. Storia del bello e dell’utile nell’arredo urbano

24.00

Sardella Filomena (a cura di)

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Descrizione

Che sia Narciso a specchiarsi nell’acqua limpida per morirne o Afrodite a risalire dalle acque del mare per nascere, l’acqua è in assoluto l’elemento primario collegato alla vita, la nostra, di uomini abitanti del pianeta terra che antropizzano i luoghi tramutandoli in città dove l’acqua c’è. Napoli è una città poliedrica, sporta sul magnifico golfo guarda alla Bellezza e ha bisogno di fonti per vivere come raccontarsi. Ecco che le fontane di Napoli seguono la storia dell’antica città fino a noi, trattenendo i segni delle proprie tradizioni culturali con decori litici diventando esse stesse opere d’Arte. Belle come maestose sculture in epoca barocca e neoclassica, impegnano luoghi simbolo del potere o piazze popolari per di più a conferma della loro indispensabile utilità.
Si trasformano e si muovono, decodificate e nuovamente inserite nel contesto urbano, parlano il linguaggio dell’ora secondo una disciplina reinventata dalle scelte indicate dalla politica urbana. Le fontane che sono qui descritte si raccontano da sole, scelte tra quelle rimaste dal Medioevo ai primi del XX secolo, a simbolo la fontana del Serino che ha breve vita. Magari restano mute del canto dell’acqua ma sono fatte così, seguono l’uomo nei suoi bisogni e se l’uomo vorrà, potranno zampillare ancora.

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