Descrizione

Quello della nave di Teseo è uno dei più celebri paradossi Francesco Tigani
dell’antichità sul tema del rapporto fra Essere e divenire.
La nave dell’eroe leggendario fu preservata dal disfacimento
sostituendo ogni pezzo che la componeva con un pezzo identico,
così da mantenere inalterata la sua fisionomia.
Se dalla storia apprendiamo che tutto scorre e la natura
è in continua evoluzione, il mito ci rassicura nonostante
il divenire, l’Identità dei soggetti rimane immutata.
Ma che cos’è il mito nella nostra epoca?
Condizionati dallo scientismo imperante saremmo portati
a considerarlo una menzogna, un’illusione, che si contrappone
alla verità, alla concretezza. Eppure c’è stato un tempo
in cui il mito non era separato né dalla politica, che da esso traeva
il suo fondamento, né dalla scienza, che allora sophía.
Il mito resiste ancora oggi, ma è quella parte sommersa della nave
su cui viaggiamo nel mare magnum dell’Informazione mediatica.
È la casa dell’Essere, la parola dimenticata all’origine
della coscienza dell’uomo, che sperimenta la propria «autenticità»
nel confronto con la storia, portatrice di un messaggio «tragico»
col suo impegno a tramandare la memoria delle efferatezze
compiute nei millenni. Nella sua «inautenticità», invece, il mito
trasfigura la realtà e può insegnare a ritrovare se stessi,
al di là delle tentazioni autoritarie accese dall’agire pratico
e della sfiducia verso l’Altro sobillata dal confronto-scontro
fra una moltitudine di Io sociali, naturalmente antagonisti fra loro
almeno quanto sono innaturalmente distanti dall’Essere originario
che ognuno di essi cela dietro la propria maschera contingente,
intatto come la nave di Teseo.